I Disturbi del sonno nei bambini post quarantena

I disturbi del sonno nei bambini e nei ragazzi nel post quarantena

In questo periodo post quarantena da COVID 19 ci troviamo tutti quanti (o noi o qualche membro della nostra famiglia) a dover fare i conti con alcune abitudini non salutari. Queste le abbiamo apprese durante un periodo di emergenza, che ci ha trovati tutti un po’ impreparati soprattutto davanti alla sospensione della scuola per i nostri figli. Ora però con la ripresa di alcune attività lavorative (e non) e con il protrarsi dei mesi fatichiamo ad abbandonarle. Un’ abitudine per eccellenza è quella legata al sonno, nostro bisogno primario. In questo breve articolo descriverò il fenomeno chiamato “Jet lag domestico” così presente sia negli adulti sia nei bambini (grandi) e adolescenti. Lascerò anche qualche spunto di riflessione che auguro possa essere d’aiuto a qualcuno di voi.

 

Disturbo del sonno

Quali problematiche (come i disturbi del sonno) durante la quarantena nei bambini e ragazzi:

IFOS (l’istituto di formazione sardo e centro studi per la famiglia) qualche mese ha pubblicato uno studio. É stato rilevato che il 20% dei bambini ha problemi di sonno e nell’umore, il 25% rivuole la mamma e il papà vicino la notte. Il 50 % invece ha manifestato più irritabilità, più intolleranza alle regole e maggiori richieste eccessive. Ad esempio viene chiesto in continuazione di fare spuntini o di giocare ai videogiochi. In uno studio dello scorso mese dell’Ospedale Gaslini di Genova invece emerge addirittura che il 60% dei bambini hanno disturbi del sonno, mostrano maggiore ansiairritabilità!

I bambini più piccoli (sotto i 6 anni) possono aver avuto comportamenti più infantili negli ultimi mesi. In particolare qualche regressione sul piano delle autonomie acquisite (non voler ad esempio più andare al bagno da soli…). Oppure possono avere avuto difficoltà di addormentamento, risvegli notturni, inquietudine. Nei bambini più grandi e adolescenti (6-18 anni) i disturbi più frequenti hanno interessato la componente somatica (disturbi d’ansia e somatoformi come la sensazione di mancanza d’aria) e i disturbi del sonno (difficoltà di addormentamento e di risveglio per iniziare la didattica a distanza) oltre che il tono dell’umore.

In particolare tra questi bambini più grandi e adolescenti è stata osservata una significativa alterazione del ritmo del sonno con tendenza al ‘ritardo di fase’ (vanno a letto molto più tardi e non riescono a svegliarsi al mattino), come in una sorta di “jet lag” domestico.

É un fenomeno complesso che di certo non si può approfondire in modo esaustivo in questo articolo né riuscirò a chiarire le cause dato che i fattori che intervengono sono biologici, emotivi (stress legato al fronteggiamento di uno stato di emergenza), legati a fattori di personalità e alle specifiche dinamiche famigliari (e a come è la gestione delle regole famigliari).

L’obiettivo infatti di questo articolo è di evidenziare la sua presenza, di non sottovalutarne il costo in termini di salute psico-fisica e di prendere provvedimenti seri a riguardo (oltre che tempestivi).

Un fattore talvolta concausa di questo problema è il “vamping” ovvero il restare svegli  la notte per guardare le serie tv o al computer o al cellulare senza riuscire a fermarsi con il conseguente risveglio a tarda mattina; sicuramente i videogiochi e le serie tv sono stati una risorsa in questo periodo per l’intrattenimento offerto ai nostri figli ma bisogna stare attenti che il loro utilizzo non sia eccessivo e soprattutto non sia notturno.

Se vi è questo jet lag si verifica quasi sicuramente uno scardinamento della routine abituale in quanto svegliandosi tardi i ragazzi sono più propensi a non fare colazione, a pranzare tardi e a non fare attività fisica; spesso si è rilevato un aumento del peso corporeo e di maggiore senso di affaticamento (con minore capacità di concentrazione, maggiore nervosismo e maggiore svogliatezza).

 

Disturbo del sonno

Non solo aspetti negativi!

I nostri bambini e ragazzi hanno dovuto adattarsi ad una situazione del tutto inaspettata restando lontani dagli amici e dalle situazioni di crescita sociali ed emotive ma nonostante questo sono stati loro a infonderci la speranza (con gli arcobaleni del “andrà tutto bene”) durante tutti i giorni soprattutto della quarantena.

La quarantena ha offerto a molte famiglie momenti insieme quasi unici e irripetibili quindi non tutto sicuramente è stato negativo: è stata occasione per dialogare di più o per ripensare all’organizzazione delle consuete giornate frenetiche pre-covid! Quindi non tutte le abitudini acquisite non sono salutari e sono da abbandonare.

Grazie alla didattica a distanza tanti hanno imparato a usare strumenti digitali molto meglio di quanto non sapessero fare prima, in un modo che non sarebbe stato possibile con le lezioni tradizionali. Inoltre molti ragazzi che avevano difficoltà con la scuola, quelli rimproverati perché “non stavano attenti”, spesso hanno migliorato le proprie prestazioni scolastiche durante i mesi passati a casa compreso anche chi a scuola stava sopportando più o meno in silenzio una situazione di bullismo.

Anche i genitori hanno dovuto migliorare le loro competenze informatiche e le loro conoscenze (anche social o di videogame dei figli)!

Ecco qualche spunto di riflessione per intervenire sui disturbi del sonno e non solo:

1. Un primo spunto di riflessione per i genitori che si trovano davanti al jet lag del proprio figlio è quello di porre attenzione a come si comunica con loro: colpevolizzare e/o indurre nei bambini e ragazzi imbarazzo o vergogna per quello che provano o hanno provato aiuta a generare in loro solo sentimenti di depressione che non aiutano a trovare soluzioni al problema ma anzi lo enfatizzano in un circolo vizioso.

2. Un secondo spunto di riflessione è monitorare come noi stessi gestiamo le nostre emozioni: ogni emozione ha una funzione e va accolta e verbalizzata; mentre il comportamento o la reazione a questa è materia di discussione e non di giustificazione.  Non dobbiamo manifestare accordo o meno ma semplicemente essere presenti nell’ascolto e nel riconoscimento del dolore.

3. Secondo un’autorevole teoria neuroevolutiva, è normale che bambini e ragazzi a cui è richiesto di fronteggiare una situazione impegnativa e di emergenza si adattino al contesto, in modo fisiologico, riducendo alcune competenze già acquisite come meccanismo di compensazione. È importante che i genitori non si approccino a questi comportamenti come se fossero patologici, ma li accettino: sono parte di un meccanismo che può aiutare i bambini. Man mano però che passa il tempo è importante sostenere il ritorno alla crescita nelle proprie autonomie.

4. Sostenere l’attività fisica, di postura corretta, esercizi di respirazione e di rilassamento (che impattano positivamente anche sulle emozioni) e soprattutto tornare a ritmi giornalieri e serali sempre più simili a quelli pre quarantena è un allenamento che è percorribile e auspicabile prima che la scuola ricominci e anche oltre. Importante è cercare di far vivere ai bambini un’estate il più possibile normale e ricordare che il distanziamento deve essere fisico «e non sociale».

5. I dati hanno mostrato un aumento dei disturbi comportamentali e della sfera emotiva nei bambini e negli adolescenti con l’aumentare di sintomi o comportamenti di stress nei genitori (disturbi d’ansia, dell’umore, disturbi del sonno, consumo di farmaci ansiolitici e ipnotici) quindi un ultimo ma non meno importante consiglio è in primis quello di non perdere di vista il vostro benessere psicologico e fisico!

 


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