Questo libro fa emergere quanto ancora la nostra società sia in difficoltà ad accogliere e sostenere le diversità come ad esempio la sindrome di Asperger nei bambini e ragazzi.
La recensione.
Un’aliena in cortile- capire gli studenti con Sindrome di Asperger
Edizioni Uovonero
L’Autrice
Clare Sainsbury ha la sindrome di Asperger, le è stata diagnosticata quando aveva vent’anni. Si è laureata ad Oxford in filosofia e s scienze politiche. Ora lavora con bambini e adolescenti con sindrome di Asperger e autismo ad alto funzionamento attraverso corsi sugli elementi base della comunicazione e capacità di interazione. Gestisce anche un sito internet per il sostegno di universitari con sindrome di Asperger e autismo ad alto funzionamento.
La struttura del testo.
La lettura del testo è consigliata agli insegnanti, alle famiglie, agli educatori, ai formatori e a tutte le persone che hanno voglia di capire meglio gli studenti con sindrome di Asperger.
Il libro è costituito da 168 pagine
La nostra opinione.
Ho scelto di leggere questo libro grazie ad una lista di libri che trattano la sindrome di Asperger, quella di cui è affetta la famosa Greta Thunrberg, ragazza che da qualche anno si adopera a livello mondiale per la sensibilizzazione contro l’ inquinamento del nostro pianeta.
È un libro che conferma ancora quanto la nostra società sia ancora in difficoltà ad accogliere e sostenere le diversità e che talvolta addirittura le metta alla berlina facendo sentire questi bambini e ragazzi appunto degli alieni.
L’autrice ci parla della scuola come il primo mondo sociale che incontra l’individuo, dopo la sua famiglia e di quanto questo contesto sia fondamentale per lo sviluppo delle competenze e la crescita equilibrata di tutti gli individui e in particolar modo di quelli nello spettro.
La diffusione della conoscenza nei contesti scolastici sarebbe fondamentale perchè proprio qui spesso gli individui vivono il loro malessere silenziosamente e non senza traumi, difficoltà e fallimenti.
La scrittrice nel primo capitolo evidenzia alcuni aspetti che caratterizzano la sindrome di Asperger, focalizzando l’attenzione sia sulla triade delle compromissioni (le persone con tale sindrome hanno problemi di interazione sociale e di relazione, difficoltà nella sfera della comunicazione e dell’immaginazione), sia descrivendo la presenza di ossessioni (interessi specifici) e di forme di ipersensibilità sensoriale (ad esempio, i forti rumori e/o il contatto fisico possono creare grave disagio perché vissuti come opprimenti e intollerabili).
Nella parte centrale del libro, l’autrice descrive e approfondisce il modo di pensare e di comportarsi della persona con sindrome di Asperger, utilizzando esemplificazioni e fatti realmente accaduti all’interno della scuola.
Lei esprime con spirito critico il proprio modo di vedere «il mondo dei normali»; questo ha spesso aspettative irrealistiche o tenta, ingenuamente, di «aggiustare» la persona autistica («non siamo rotti», sostiene giustamente Clare), senza considerare quali siano effettivamente le capacità e le risorse da rafforzare.
Nella parte finale del libro l’autrice prende in considerazione le caratteristiche motorie e sensoriali dell’ambiente scolastico che possono creare forte disagio alle persone con sindrome di Asperger (per l’eccessiva attivazione sensoriale). Queste ad esempio sono l’illuminazione al neon, il rumore caotico presente nei corridoi o nell’atrio della scuola.
Infine descrive il caratteristico “comportamento antagonista” che può assumere il bambino e ragazzo e che spesso si esprime nel rifiuto scolastico in realtà per evitare i sentimenti di disagio emotivo divenuti insopportabili.
L’ultimo capitolo è una riflessione sul periodo post-scolastico, dell’adolescenza, che rappresenta un momento delicato e critico, soprattutto per gli obiettivi che riguardano la preparazione all’età adulta e l’autonomia, anche in funzione dello svolgimento di un’attività lavorativa e/o, in alcuni casi, della prosecuzione nello studio universitario.
Una frase scelta per voi:
“Ecco uno dei miei vividi ricordi scolastici: me ne sto in un angolo del cortile come al solito, il più lontano possibile dalle persone che potrebbero urtarmi e gridare, mentre fisso il cielo e sono assorta nei miei pensieri. Ho circa otto o nove anni e ho cominciato a capire che sono diversa: un tipo di diversità che non ha nome,ma che riguarda tutta la mia persona […]Penso che potrei essere un’aliena messa su questo pianeta per errore; spero che sia così, perché questo significherebbe che potrebbero esserci altre persone come me nell’universo. Sogno che un giorno un’astronave scenderà dal cielo sull’asfalto di fronte a me,e ne usciranno delle persone che mi diranno: “È stato tutto un terribile errore. Non saresti mai dovuta essere qui.Noi siamo il tuo popolo e siamo venuti per riportarti a casa“.
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