Psicomotricità: di cosa si tratta? – 8 domande per crescere insieme

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Oggi intervistiamo Alberto Campara.

L’intervista.

1. Che cosa si intende per psicomotricità?

Per Psicomotricità si intende una disciplina educativa, rieducativa e terapeutica. È una pratica d’aiuto attraverso la relazione, un’attività concreta, motoria, che si modella sul gioco spontaneo e sull’espressività dei bambini che vivono e sperimentano in prima persona azioni e relazioni. Proponendo loro stessi le situazioni di gioco, realizzano assieme lo psicomotricista uno spazio di sicurezza e di benessere.

2. Quante tipologie di discipline psicomotorie esistono? Sono rivolte a bambini con esigenze particolari o sono utili allo sviluppo di tutti i bambini?

Esiste La Psicomotricità, un’unica grande disciplina che può essere effettuata con diverse modalità, finalità e setting di lavoro ma con l’unico scopo finale di far raggiungere all’utente il miglior grado di benessere possibile. È rivolta a tutte le fasce d’età, dai primi mesi di vita fino agli utenti più anziani e non è utilizzata solo per persone a sviluppo regolare ma anche da utenti con disturbi, patologie, traumi o malattie.

3. Come si diventa psicomotricista?

A Verona abbiamo la fortuna di avere il CISERPP (Centro Italiano in Studi E Ricerche in Psicologia e Psicomotricità) convenzionato con l’Institut Supérieur de Rééducation Psychomotrice di Parigi e accreditato presso la FFP (Féderation française Psychomotriciens), l’APPI (Associazione professionale psicomotricisti italiani), l’AIFP (Associazione Italiana Formatori in Psicomotricità).

4. In quale fascia d’età è consigliato far frequentare al bambino un corso di psicomotricità?

È sempre consigliato far frequentare al bambino un’attività psicomotoria. Poi in base alle esigenze o alle difficoltà riscontrate lo psicomotricista e l’utente modelleranno l’attività.

5. Da quanti anni esiste questa pratica? Perché è diventata così famosa e se ne parla così tanto negli ultimi anni?

La psicomotricità nasce in Francia nei primi decenni del 1900 con Ernest Duprè che identifica la sindrome “Debilité motrice” nella quale il deficit motorio non era caratterizzato da una lesione neurologica ma da una immaturità neuromotoria ipotizzando per la prima volta un forte legame tra motricità, affettività e intelligenza. Viene poi sviluppata questa idea da Wallon (1925) con il grande concetto di “Dialogo tonico” dove il corpo diventa strumento di relazione. Successivamente Piaget, Soubiran, Ajuriaguerra, Bergès e Aucouturier (solo per citarne alcuni) svilupperanno le teorie e gli studi psicomotori fino ai nostri giorni. Non dimentico di citare il Prof. Franco Boscaini, direttore della scuola di Psicomotricità e a mio avviso padre della psicomotricità in Italia. Con i suoi studi, ricerche e propaganda psicomotoria è uno dei massimi esperti e teorici in questo campo sia nel nostro paese che all’estero. Nella mia esperienza parigina ho potuto riscontrare quanto gli studenti francesi ci invidino la possibilità di poter seguire le lezioni durante gli anni di studio direttamente con il Professor Boscaini. Credo che il suo enorme lavoro in tutti questi anni con le istituzioni e i comuni abbiano permesso di espandere sempre più nella quotidianità la figura professionale dello psicomotricista. In ambito educativo troviamo sempre più spesso scuole dell’infanzia che propongono queste attività creando nel genitore una sorta di “fiducia” e “familiarità” verso questa professione.

6. Come un genitore può valutare e giudicare valida la scelta di un corso piuttosto di un altro, considerata l’ampia offerta sul territorio?

Le offerte possono essere molte ma credo che la formazione e gli studi del professionista possano certificare almeno parzialmente la validità dell’attività che si vuole svolgere. Molte attività vengono proposte da persone che hanno seguito un corso di qualche settimana, hanno letto dei libri oppure si sono informate su internet. È chiaro che le probabilità di avere un servizio di qualità si riducono di molto.

7. Come la psicomotricità può aiutare i bambini con disabilità? E quali disabilità si possono trattare?

Si possono trattare tutte le disabilità, disturbi, difficoltà o patologie. Non c’è limite a ciò che si può fare, bisogna solo capire quali possono essere le modalità più adatte per raggiungere il miglior stato di benessere psicofisico possibile. La psicomotricità lavora sulla globalità della persona dal punto di vista motorio, psicologico, emotivo, cognitivo e relazionale.

8. Come dovrebbe essere allestita un’area dedicata alla psicomotricità? Che tipologia di giochi o attrezzi si possono usare?

Il setting psicomotorio dovrebbe essere diviso in quattro aree che idealmente rappresentano lo sviluppo del bambino. Una prima area Tonico-Emozionale dove possiamo trovare materiali morbidi come materassi, cuscini e palle grandi. Vi è poi l’area Senso-Motoria dove il bambino si mette in gioco con il corpo e il mo­vi­mento per soddisfare il bisogno di azione e motricità utilizzando cerchi, palloni, coni, bastoni, corde e altri materiali. Poi troviamo un’area simbolica, uno spazio diverso dal quotidiano dove il bambino può esprimersi liberamente attraverso “il gioco del far finta” utilizzando tutto ciò che possa aiutarlo ad esternare il suo mondo interiore. Vi è infine l’area della realtà dove si esercita il con­trollo del corpo e del movimento con lavori a tavolino, dove quello che il bambino ha vissuto con il corpo viene rappresentato con l’attività grafica e costruttiva.


Presentazione del professionista.

Nome e cognome: Alberto Campara

Professione: Psicomotricista

Laurea e/o altri attestati di interesse: Certificato di Competenza di Psicomotricista presso CISERPP di Verona, Titolo estero di Competenza di Psicomotricista presso ISRP di Parigi e Qualifica accademica di Dottore in scienze delle attività motorie e sportive presso Università degli studi di Verona.

Esperienze professionali di interesse: Psicomotricista presso “Atelier del Bimbo” a Verona, Scuola dell’infanzia “San Pancrazio” a Caprino Veronese, Scuola dell’infanzia “Maria Immacolata” a Pozzo di San Giovanni Lupatoto e Educatore presso privati con sindrome generalizzata dello sviluppo.

Altro: Precedentemente Psicomotricista presso “Studio Luce” a Bussolengo e Operatore presso Centro polifunzionale “Don Calabria” a Verona.


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