Quella tra i fratelli è la relazione più lunga della vita, vi possono essere rivalità è vero ma soprattutto vi può essere un sincero amore.
La recensione.
Fratelli: Amore e Rivalità – la relazione più lunga della nostra vita
di Horst Petri
Edizioni Koinè, Centro Interdisciplinare di Psicologia e Scienze dell’educazione 2004
L’autore
Horst Petri è nato a Colonia. Si è specializzato in Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza e svolge l’attività di psicoanalista. Ha insegnato psicoterapia e psicosomatica presso la “Freien Universitat” di Berlino.
La struttura del libro e la nostra opinione.
Alcuni rapporti tra fratelli sono “buoni”, stretti, intimi; altri possono essere poco uniti, competitivi, ostili, conflittuali ed è per questo facile pensare a questo rapporto in termini di polarità: da una parte, cooperazione, solidarietà e supporto reciproco, dall’ altro competizione, conflitto che possono innescare rifiuto reciproco e odio.
Il libro nasce dalla volontà dell’autore di mettere in luce quanto tra fratelli vi possano essere rivalità ma soprattutto che vi possa essere un sincero amore che inizia già prima della nascita del secondo figlio.
Nella prima parte del libro percorre tutte le fasi di crescita dei fratelli e le caratteristiche via via diverse di questa affettività costruttiva che li accompagnerà per tutta la vita.
Ad esempio nel capitolo che affronta l’amore tra i fratelli dai 6 anni l’inizio della scuola di uno dei due fratelli aiuta entrambi a sviluppare sufficiente tolleranza al distacco. Ad ogni distacco succede il riavvicinamento e grazie al distacco vi è la spinta alla crescita come individuo autonomo e con la propria identità.
L’autore afferma che pian piano tutte queste situazione di apprendimento che avvengono nella prima infanzia come il condividere, il donare, le attenzioni, le interazioni, il difendere e rispettare gli oggetti di proprietà, l’ascoltare e il comunicare reciprocamente, dare e ricevere contatto fanno crescere pian piano nei fratelli un senso di gratitudine reciproca. Questa gratitudine potrà essere espressa solo in età più matura.
Grazie al senso di gratitudine quell’amore fraterno viene ampliato.
Quando questa gratitudine non vi è vuol dire che perdurano sentimenti negativi e di odio.
La seconda parte esplora le cause dello sviluppo dei sentimenti negativi che sbarrano la strada all’amore fraterno e che minacciano la sua stabilità.
Uno dei concetti che ci sembrano rilevanti è che secondo l’autore ogni figlio riceve un differente atteggiamento educativo da parte dei genitori.
Non esiste parità nell’educazione, esiste solo la differenza. E’ solo uno dei fattori il fatto che sia il primo, il secondo o il terzo figlio.
Altri fattori di questa diversità di atteggiamento sono la relazione emotiva della coppia genitoriale, la loro personale maturità, le loro idee educative, la loro posizione economica che magari si è trasformata e la loro stessa esperienza come fratelli. Fattori che si sommano alle caratteristiche specifiche dei figli (sesso, età, doti, aspetto, carattere…)
Il tener fede allo schema bianco-nero fa parte di uno dei meccanismi più diffusi che le persone adottano per regolare i conflitti.
Così come nelle fiabe i ruoli vengono distribuiti: il figlio buono e quello ostinato, il figlio studioso e quello ribelle. Questa suddivisione grava pesantemente sulla relazione fraterna perché induce anche loro a identificarsi con quello che i genitori li attribuiscono. Ecco quindi che i figli non riescono a stringere alleanze tra di loro ma tra i rispettivi genitori e ciò fa lievitare sentimenti negativi o di rivalità.
L’autore dedica i successivi capitoli ai possibili conflitti che avvengono nelle varie fasi d’età tra fratelli fino ad affrontare il tema della lite per l’eredità.
Una frase scelta per voi:
“… nella nostra epoca i fratelli sembrano acquistare un’importanza pratica ed emotiva sempre maggiore. Superando tutte le fasce d’età i fratelli si avvicinano sempre di più soprattutto in situazione di crisi o di bisogno. Un fratello o una sorella diventano un porto dove salvarsi.”
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