La recensione
“Né asino né re: capire i figli e fare la cosa giusta” di Osvaldo Poli
Edizioni San Paolo
L’Autore
Osvaldo Poli vive e lavora a Castel Goffredo ( Mantova ). Sposato, ha due figli.
Come Psicologo e Psicoterapeuta si occupa principalmente della consulenza e della formazione dei genitori e della coppia, collaborando con diversi gruppi , istituzioni e riviste.
Ha sostenuto la creazione e la diffusione delle esperienze conosciute come “scuole dei genitori”, per sostenere la capacità educativa della famiglia e la sintonia della coppia; e dei gruppi di aiuto-aiuto, per genitori “soli”.
La struttura del testo
Il libro ha circa 200 pagine ed è strutturato in 12 capitoli e una conclusione.
La nostra opinione
Una delle domande che si pone l’autore è : “Dipende tutto dai genitori?”; infatti quando un bambino ha un comportamento aggressivo o non adeguato sono sempre le madri le prime “sospettate” di non aver capito, amato, fatto quanto era necessario per preservare il figlio.
L’autore afferma non è affatto tutta colpa della mamma! Il genitore non è responsabile della presenza di tendenze negative nel bambino e va assolutamente riconosciuta la responsabilità dei figli in quello che fanno, proporzionalmente alla loro età.
L’autore indica chiaramente che con i figli ci vuole prudenza educativa ovvero obiettività ma per fare questo serve conoscere se stessi e capacità di conoscere i propri figli.
Per aiutare i figli nella piena fioritura delle loro potenzialità è fondamentale rinunciare al “figlio capolavoro” e alla propria “onnipotenza genitoriale” ovvero rinunciare alla convinzione che tutto quello che accade al figlio o che lui decide sia merito o colpa dei genitori.
L’autore capitolo per capitolo opera una vera rassegna dei “virus” che attaccano la capacità di capire i figli per quello che sono.
Vi sono virus “emotivi”. Questi fanno chiudere la mente come voler tenere “piccolo” il proprio figlio per paura che scappi o fanno riversare in lui la propria ambizione personale o fanno avere un’ eccessiva protezione.
Vi sono “virus che creano miraggi” ovvero creano l’incapacità nei genitori di vedere i difetti del figlio e forse anche di tollerare i propri, di volere che il proprio figlio sia un genio o magari uguale a sè.
Vi è poi il “virus che imprigiona il pensiero”. Questo si verifica quando il genitore prova sempre sensi di colpa e soffoca così il figlio con troppo amore.
Vi è anche il “genitore sotto incantesimo”, cioè quello che deve sempre e comunque proteggere il figlio da qualsiasi dolore della vita.
Vi sono infine, secondo l’autore,“virus che creano fantasmi” come ad esempio quello in cui il terrore irrisolto del genitore di essere abbandonato lo porta ad avere reazioni emotive esagerate rispetto a qualche piccola o temporanea separazione dal figlio ad esempio.
Questo libro è davvero da leggere perché è ricco di esempi e di testimonianze che aiutano a riconoscersi e a essere più consapevoli rispetto alle dinamiche affettive e famigliari.
Infine vi è un capitolo sull’adolescenza.
Nell’adolescenza gli altri adulti e soprattutto i pari hanno un ruolo importante nell’integrare lo sguardo parziale dei genitori: l’adolescente infatti è in cerca della propria identità e della verità su se stesso in questa fase di vita.
Importante è comprendere che il dialogo tra genitori e figli adolescenti non si attiva solo quando vi sono delle difficoltà anzi il dialogo avviene quando vi è nella quotidianità, nelle piccole cose e quando da entrambe la parti vi è la volontà di parlare a “carte scoperte”. Il buon dialogo si ha quando c’è voglia di verità, di capire effettivamente come sono le cose, i fatti, le persone senza negare la realtà.
Sostenere i ragazzi nel rafforzare la propria capacità di stare davanti alla verità li porta alla rinuncia di truccare le carte per avere la garanzia del risultato. desiderato. Li fa sentire più forti, meno bisognosi di sotterfugi e di inutili complicazioni.
L’accettazione della verità, scrive l’autore, porta con sè il dono del poter cambiare le cose.
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