L’ora dei compiti: i consigli della Pedagogista

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Oggi intervistiamo Annalisa Peloso, pedagogista, che darà qualche consiglio su come gestire al meglio le ore dei compiti dei nostri bambini e ragazzi.

L’intervista:

1) Chi è il pedagogista?

Potrei definire la pedagogia come un sistema di pensiero e un insieme di azioni volte ad accompagnare un bambino o ragazzo nell’esprimere se stesso. Il bambino ha bisogno di trovare gli strumenti per realizzare la propria personalità e per stare nel mondo come persona autonoma. Ne ha bisogno anche per la società in cui si trova a vivere. Nella mia personale visione di pedagogia olistica, mi dedico alla cura delle caratteristiche comportamentali e di apprendimento di un bambino o ragazzo, della sua esperienza scolastica ed ambientale. Lo sostengo nella promozione dei suoi talenti e nel recupero delle sue fragilità.

2) In quale modo può il pedagogista essere d’aiuto ai bambini e ai ragazzi?

Il pedagogista non dà ricette e non cala dall’alto soluzioni ma stabilisce alleanze e patti formativi con il ragazzo stesso nel momento in cui entra nel mio studio per migliorare le sue capacità di apprendimento e di comportamento, con i genitori con cui stabilisco un percorso comune, che deve durare per un certo periodo, finché non abbiamo raggiunto insieme gli obiettivi educativi. Infine con gli insegnanti, educatori, specialisti trovando un comune accordo.

3) Come ritiene sia utile intervenire come pedagogista?

Penso sia utile intervenire in due grandi ambiti ovvero:

1. direttamente con lo studente, per sostenere sua motivazione e curiosità verso il sapere, condurlo al successo a scuola.

Importante è riuscire a far emergere le sue migliori qualità e lavorare insieme per superare le fragilità in piena consapevolezza. Mi occupo anche di questioni molto pratiche: come aiutare il ragazzo a trovare il metodo di studio a lui più congeniale o a esercitarsi nelle abilità sociali con compagni e insegnanti.

2. collaborando con i genitori, affinché trovino metodi relazionali e comunicativi validi.

Questo perché riescano ad ascoltare realmente e attivamente il proprio figlio, per sapere cosa pensa e sente e per farsi ascoltare a sua volta. Li sostengo nel loro compito fondamentale di trasmettere i valori a cui danno importanza in famiglia e il valore dello studio e della scuola. Personalmente rifiuto la parte dello specialista a cui il genitore affida il proprio figlio perché poi gli venga restituito in un certo senso ”aggiustato”. Lavoro per la condivisione, per l’ accompagnamento e offro consulenza su uno specifico obiettivo. Il tutto in modo condiviso con il genitore. 

4) Sono da poco arrivate le pagelle, quali sono gli aspetti su cui puntare per migliorare il rendimento scolastico nel secondo quadrimestre?

Le pagelle costituiscono una valutazione importante sia delle competenze disciplinari di uno studente, sia del suo comportamento. Non solo a scuola ma anche a casa. Ci sono ancora alcuni mesi per recuperare. Oltre al consiglio di vedere se ci sono lacune da colmare e un metodo di studio da affinare (queste tecniche sono senza dubbio da applicare), suggerisco di capire se vi sono altri aspetti che possano far fare quello scatto in avanti che serve a migliorare davvero.

5) Qualche errore da non fare da parte dei genitori o qualche suggerimento per sostenere i ragazzi in questa parte dell’anno scolastico?

Per poter proseguire recuperando il piacere di educare occorre almeno limitare il conflitto al momento dei compiti.

Ecco alcune riflessioni per capire l’atteggiamento dei ragazzi ma anche su quello dei genitori:

1. In recenti ricerche si scopre che più del 70% degli studenti già dalla scuola media sono scontenti della loro vita scolastica e questo si manifesta spesso già dalla scuola primaria. I ragazzi oggi considerano lo studio scolastico come una sorta di “lavori forzati”. È un dato molto allarmante che ostacola lo svolgimento sereno dei compiti a casa. Quando rientra da scuola tuo figlio ha bisogno di accoglienza gioiosa, tranquilla, di non essere tempestato di domande sulla mattinata. Ha bisogno  di essere capito nella sua stanchezza e difficoltà che ha dovuto affrontare.  La casa deve, per quanto possibile, essere un luogo rilassato e sorridente dove potersi ritemprare e rilassare a sua volta.

2. Un altro dato che influenza molto la buona riuscita a scuola è l’atteggiamento del genitore al momento dei compiti. Si dice “piange il bambino, piange anche la mamma”, ovvero talvolta il genitore non mantiene la giusta distanza tra le emozioni di suo figlio e le proprie.

Domanda: “Cosa credi di insegnare a tuo figlio quando sei nervoso?”.

Di sicuro non farai che aumentare la sua ostilità verso lo studio. Tu come genitore devi interrogarti sulle tue modalità ma soprattutto devi trovare la migliore disposizione per infondere propositività, rinforzo e incoraggiamento. Sapere cosa fare al momento dei compiti, senza sovrapporti, senza sostituirti, senza mollare. Tuo figlio ha bisogno di trovare in te un allenatore allo studio e alle regole

3. Spesso si attribuisce alla mancanza di un buon metodo di studio l’intera responsabilità dell’insufficiente riuscita scolastica. Questo è vero, tuttavia le tecniche di studio sono semplici raccomandazioni, che a volte entrano da un orecchio e escono dall’altro. Perché non sempre queste raccomandazioni funzionano?

Il motivo fondamentale è che per metterle in pratica occorre possedere delle buone abitudini di concentrazione, controllo dell’impulsività, capacità di raccogliere i dati e farne uso. Queste sono qualità di base che permettono ad un una persona di imparare. Se tuo figlio è carente in questo, puoi sostenerlo a migliorarsi in tutte le attività quotidiane che richiedono lo sviluppo di queste abilità, oppure rivolgerti a noi specialisti in pedagogia.

4. Ci si ricorda del senso di responsabilità nel momento dei compiti. Il senso di responsabilità si educa soprattutto nella vita quotidiana, portando i nostri figli a condividere le incombenze domestiche, familiari, affidando loro dei ruoli precisi a seconda della loro età. Pensare che un bambino o ragazzo che non condivide in prima persona impegni e fatiche, soddisfazioni e delusioni della vita quotidiana dei suoi genitori, possa sentire un’appartenenza al mondo scolastico e ai suoi doveri, io credo sia molto molto difficile.

5. Occorre affiancare l’educazione affettivo-protettiva dei primissimi anni di vita ad una educazione regolativa. I bambini hanno bisogno di regole, poche, chiare, condivise, giuste per la sua età. Finché non avrà compiuto pienamente la sua maturità lo sosterrai a passare dalla piena dipendenza dell’infanzia alla completa autonomia. Occorrerà farsi da parte gradualmente fino a che avrà acquisito una buona capacità di autogestione e autoregolazione.

6. Da ultimo, il consiglio è di aiutare tuo figlio in questi ultimi mesi dell’anno a pianificare meglio la sua settimana di studio, i suoi impegni, ad imparare tu stesso/a quelle tecniche e quei metodi che ti consentono di non fare l’insegnante sostitutivo ma di allenarlo nel modo corretto allo studio a casa.

Presentazione della professionista.

consulenza pedagogica

Nome e Cognome: Annalisa Peloso

Professione: Pedagogista

Presentazione: Consulente per gli apprendimenti  e applicatrice del Metodo Feuerstein, Brain Gym e tecniche di studio. Si occupa anche di consulenza ai genitori.

Email:  lanuovapedagogia@gmail.com

Facebook Studio di Consulenza Pedagogica Dott.ssa Annalisa Peloso

Cell. 338 1086142 Studio in via del Lavoro 3/B (accanto alla Farmacia Ferrari di Valgatara) – Valgatara, località Rugolin.


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