Oggi intervistiamo Luca De Marchi.
L’intervista.
1. Parliamo di “Music Together”: di cosa si tratta esattamente? Da dove nasce?
Music Together è un programma di apprendimento musicale per la prima infanzia nato dagli studi del “Center for Music and Young Children” fondato a Pirnceton dal dott. Kenneth K Guillmartin nel 1985. Dal 1987 questo metodo ha iniziato a proporre dei orsi rivolti alle famiglie con bimbi piccolissimi basati sul metodo Gordon. Nel corso di un ventennio questo programma si è diffuso in tutto il mondo, con oltre 2000 centri di insegnamento attivi in più di 40 Paesi.
2. Su quali principi si fonda questo metodo di insegnamento?
Il programma si basa sui metodi di insegnamento teorizzati dal dottor Edwin Gordon nella sua Music learning Theory, che mettono al primo piano non la performance, come avviene solitamente nell’educazione musicale in età scolare, ma la relazione, il gioco, la sperimentazione.
L’attività di educazione musicale nella prima infanzia si configura perciò secondo il nostro metodo di riferimento come un’attività di stimolazione di risposte, in una sorta di gioco strutturato in base a determinati obiettivi.
3. A che età è consigliato avvicinarsi a questo tipo di corsi? Che benefici ne traggono i bambini?
Noi offriamo corsi già a partire dai 2-3 mesi. Sono corsi rivolti principalmente ai genitori per stimolare nel bambino risposte motorie e vocali, per stimolare la relazione e la propriocezione, aspetti importantissimi per lo sviluppo cognitivo.
L’età ideale per iniziare un’attività di propedeutica col metodo Gordon è intorno all’anno di età (noi proponiamo alle famiglie di iniziare già dagli 8 mesi). In generale diciamo che lo sviluppo delle abilità musicali è parallelo a quello del linguaggio e di conseguenza, anche se il bambino intorno all’anno di età è in grado di “fare” ben poco a livello di performance, la sua capacità di assorbire gli stimoli che provengono dall’esterno e di memorizzare eventi è elevatissima.
I bambini esposti alla musica da piccolissimi ne traggono grandissimi benefici a livello neurologico: aumentano le stimolazioni, di conseguenza le risposte, di conseguenza le competenze relazionali, mnemoniche, linguistiche, motorie, i tempi di attenzione e, ovviamente, il controllo e la consapevolezza nell’utilizzo dell’apparato fonatorio.
4. Come sono strutturati i corsi e le lezioni?
Sia che siano corsi rivolti ai genitori, che alle scuole noi proponiamo degli iter, dei percorsi, la cui durata può essere di 8 o 10 incontri. Con l’infanzia e la scuola primaria abbiamo anche dei percorsi annuali. Queste durate secondo la nostra esperienza sono il minimo indispensabile per costruire insieme a loro un percorso preciso che possa partire dalla conoscenza dei prerequisiti della classe fino allo sviluppo di attività davvero complesse, la cui “difficoltà” spesso non viene percepita, poiché tutto avviene…come un gioco!
Spesso con le scuole dell’infanzia ci allacciamo al progetto annuale o ad esperienze fatte e creiamo dei percorsi ah hoc per ciascuna sezione o gruppo di bambini.
Il numero minimo di bambini, sia nei nostri corsi con i genitori, sia in quelli scolastici è di 5, il massimo di 12. Questo da un lato per non scardinare le dinamiche di gruppo, che sono importantissime nelle nostre attività, dall’altro per non avere gruppi troppo numerosi, poiché cerchiamo di garantire sempre momenti di espressività individuale e di attenzione sul singolo bambino.
Con i piccolissimi (2-11 mesi) invece proponiamo dei minipercorsi di 4 incontri poiché la loro evoluzione è rapidissima e a volte le loro esigenze e quelle dei genitori possono cambiare in breve tempo (cambiano i ritmi sonno-veglia o semplicemente può scadere il periodo in cui una mamma è a casa in maternità… )
5. Vengono utilizzati degli strumenti musicali? Se sì come e quali?
Nei corsi con i piccoli e i piccolissimi (2 mesi – 4 o 5 anni) utilizziamo tutto lo strumentario Orff, quindi percussioni, campanelle, tamburi, tamburelli, cembali, maracas, nacchere, legnetti, triangoli e xilofoni. Utilizziamo anche oggetti non propriamente musicali, come foulards, palle e palline, teloni, per sviluppare il movimento e la coordinazione.
Con i corsi dei più grandi 5-7 anni invece utilizziamo i bellissimi boomwhackers, dei tubi di plstica tagliati con lunghezze differenti che percossi producono suoni ad altezze determinate, xilofoni diatonici, glockenspiel, piccole tastiere, djembe.
Diamo molto spazio alla sperimentazione e alla reinvenzione, dando la possibilità ai bambini di sperimentare gli strumenti, prima di coinvolgerli nelle esecuzioni e poi di risperimentarli, alla luce dell’esperienza appena compiuta, in modo che attraverso il gioco si possano fissare nella memoria alcuni esercizi tonali e ritmici o alcune modalità esecutive che per loro siano state particolarmente significative.
6. Perché è importante cantare anche in lingua inglese?
Perché, al pari della musica e di tanti altri saperi, il cui apprendimento possa coinvolgere l’apparato fonatorio e auditivo, l’età prescolare è il momento in cui i bambini sono più recettivi agli stimoli esterni e alla memorizzazione e imitazione dei suoni.
L’apprendimento di un lingua e della musica coinvolgono infatti le stesse aree celebrali, aree che in questo periodo sono in un momento di grande espansione e potenziamento e quindi può valere davvero la pena di investire in questo tipo di attività, in una finestra di tempo davvero unica e irripetibile.
7. La famiglia è in qualche modo coinvolta in queste attività?
Assolutamente si. La famiglia è il luogo in cui il bambino investe la gran parte del proprio vissuto emotivo, luogo in cui rispecchia i propri comportamenti.
Il bambino non solo imita i genitori, ma ne assorbe gli stati emotivi. Ne ricerca l’attenzione perché è attraverso lo stimolo del genitore che impara a relazionarsi agli altri e al mondo.
L’ambiente familiare è quello dove si impara non solo ciò che è bene e ciò che è male, ma anche ciò che è importante, ciò che è bello, ciò che può darci gioia.
Per questo motivo, soprattutto nei corsi per bambini e genitori il ruolo del genitore diviene centrale. Cerchiamo di coinvolgere i familiari non solo facendo scoprire loro quanto possa essere bello fare musica con i propri bambini, ma anche dando loro gli strumenti necessari per poter diventare a loro volta insegnanti di musica per i loro bambini quando noi non ci siamo, ma soprattutto quando è il bambino stesso a chiedere loro di replicare qualcuno dei giochi fatti insieme a musica. Anche con le insegnanti a scuola cerchiamo di fare lo stesso, trovando spesso degli ottimi ed entusiasti alleati!
8. Quindi perché consigliereste ad un genitore di portare suo figlio ad un corso di “Music Together”?
I benefici dell’attività musicale praticati nella prima infanzia sono molteplici ed in parte ne abbiamo già discusso prima, ma in generale possiamo dire che la musica praticata nella prima infanzia va a stimolare lo sviluppo cognitivo del bambino in tantissimi campi: dal linguaggio alla coordinazione motoria, dalla memoria alla capacità di concentrazione, dalle abilità linguistiche alle competenze relazionali.
In età appena più avanzata aumenta la fiducia in sé, insegna a lavorare per il raggiungimento di un obiettivo, la cooperazione, favorisce l’inclusione sociale e l’accettazione delle differenze.
In generale, secondo il mio parere, la pratica della musica è un gioco meraviglioso, che se praticato in maniera informale e in un ambiente non orientato solamente alla produzione di performance può diventare per grandi e bambini occasione per instaurare relazioni positive con gli altri, per esprimere se stessi, per sperimentare la bellezza ed il benessere di una pratica antichissima che può regalare gioia e benessere a chiunque e a qualunque età.
Presentazione del professionista.
Nome e Cognome: Luca De Marchi
Professione: Insegnante di propedeutica musicale per l’infanzia e coordinatore delle attività musicali per l’associazione culturale Il Giardino dei Linguaggi da lui co-fondata e attualmente da lui presieduta
Laurea e/o altri attestati di interesse: Laurea DAMS Musica presso l’Università degli studi di Bologna, corso di abilitazione all’insegnamento del metodo MUSIC TOGETHER®
Esperienze professionali di interesse: educatore nei centri estivi per conto di CAIL Bologna (centri estivi in lingua inglese), insegnante di tromba presso istituti privati
Altro: attualmente sta frequentando un master in Applied Behavoiur Analysis presso l’università degli studi di Modena e Reggio Emilia
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