In questo articolo parleremo di bambini ad alto potenziale cognitivo o plusdotati. Non sono esattamente come dei piccoli Einstein e anzi il loro comportamento potrebbe trarre in inganno.
Ecco come li definisce la prof.ssa Maria Assunta Zanetti, Direttrice dal 2009 del Laboratorio di ricerca e sviluppo del potenziale, talento e plusdotazione. “I minori plusdotati sono delle Ferrari in un corpo da cinquecento hanno una grande testa e una sensibilità spiccata per le tematiche sociali, vivono i problemi del mondo in modo intenso, ma sono imprigionati in un corpo di un bambino che necessita di giocare…e il non riconoscimento può creare un percorso disfunzionale. Hanno una marcia in più ma in alcuni comportamenti possono ricordare i coetanei affetti da disturbi dell’attenzione. Le loro indubbie qualità devono soltanto essere valorizzate”.
Come riconoscerli?
Innanzitutto serve una distinzione tra bambini ad alto potenziale cognitivo ovvero con un quoziente di intelligenza superiore a 120 e bambini plusdotati con QI superiore a 130. Mentre i primi sono circa il 5 per cento della popolazione i secondi sono solo circa il 2 per cento!
Chiaramente per sapere il QI del proprio bambino è necessario che uno psicologo effettui specifici test d’intelligenza.
Per quanto riguarda in particolare la plusdotazione lo psicologo incaricato deve seguire un’accurata valutazione del profilo cognitivo.
Sono state infatti predisposte da parte del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi delle linee guida per la sua valutazione.
Tuttavia esistono già delle differenze tipiche che si possono elencare e che possono aiutare genitori e insegnanti a identificarli.
Il bambino brillante conosce le risposte, è interessato, attento, ha buone idee, lavora sodo, risponde alle domande, è il migliore del gruppo, ascolta con interesse, impara con facilità, comprende le idee, si diverte con i coetanei, coglie il significato, porta a termine i compiti, è ricettivo, riproduce con precisione, ama la scuola, assorbe le informazioni, è un buon tecnico, ha un’ottima memoria, ama le spiegazioni ordinate, ha soddisfazione di imparare.
Il bambino plusdotato invece pone domande, è estremamente curioso, è coinvolto mentalmente e fisicamente, ha “idee strane e bizzarre”, nelle prove riesce bene ma potrebbe non eccellere, discute i dettagli, elabora, al di là del gruppo, per conto proprio quanto ascoltato, manifesta pareri e sentimenti molto forti,sembra conoscere già quanto si sta affrontando a lezione, diventa competente in fretta, costruisce astrazioni, preferisce gli adulti, dà inizio a progetti , è appassionato, disegna cose nuove, ama imparare, manipola le informazioni, è un inventore, ha un’ottima memoria, gode della complessità, è un acuto osservatore ed è estremamente autocritico.
Il MIUR già nel 2012 ha inserito la plusdotazione tra i Bisogni Educativi Speciali, nell’ottica di personalizzare gli insegnamenti e valorizzare gli stili di apprendimento per poi emettere la nota n. 562 del 3 aprile 2019, volta a fornire chiarimenti in merito agli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES), dove il MIUR dedica un paragrafo agli alunni “plusdotati”.
Il comportamento potrebbe confondere le idee
Spesso i bambini ad alto potenziale posso avere comportamenti troppo impulsivi, irrequieti e possono essere distratti, tendenti alla noia durante le attività scolastiche. Talvolta appaiono ansiosi e stressati, oppure aggressivi e isolati. Per questi motivi non è raro che la plusdotazione venga confusa con il Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD).
Gli individui plusdotati in particolare si mostrano particolarmente vulnerabili al giudizio degli insegnanti/adulti, che li conduce a sperimentare emozioni negative come inferiorità ed inadeguatezza (Pyrit, 2008).
Inoltre questa loro elevata sensibilità li può portare ad aumentare il loro pensiero di raggiungere la perfezione.
Questa vulnerabilità se non è accolta e affrontata così come se non vengono rafforzate le risorse, i loro punti di forza può portare a sviluppare problematiche affettive di stampo depressivo.
Il MIUR inserisce la plusdotazione tra i Bisogni Educativi Speciali, nell’ottica di personalizzare gli insegnamenti e valorizzare gli stili di apprendimento
Elenco delle Associazione che si occupano di Plusdotazione:
• AISTAP, “specializzata nell’educazione e nell’insegnamento agli studenti dotati di elevate capacità cognitive o di un talento in un ambito specifico”;
• EUROTALENT che ha “lo scopo di riconoscere bambini, ragazzi e adulti – ad alto potenziale intellettivo”;
• FOREPSY associazione che si occupa di “ricerca e formazione, diagnosi e intervento sull’ADHD (Disturbo da Deficit d’Attenzione Iperattività), DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), BES (Bisogni Educativi Speciali), PlusDotazione e Inclusione”;
• GATE ITALY (GIFTED AND TALENT EDUCATION) che si occupa di bambini talentuosi e ad alto potenziale cognitivo;
• LABTALENTO che, tra gli altri, si occupa di fornire formazione e supervisione agli insegnanti per il riconoscimento degli alunni con alto potenziale;
•MENTECOMPORTAMENTO che fra le attività include l’organizzazione di “gruppi di coaching per genitori di bambini e ragazzi con Plusdotazione o Alto Potenziale Cognitivo”.
Una curiosità:
A Pavia il 29 gennaio 2021 è stata inaugurata la “scuola per cervelloni’, banalizzando, o meglio detta “l’Academy of Distinction”. Questa accademia nasce dall’esigenza di colmare una lacuna ovvero consentire agli studenti che dimostrano un alto potenziale cognitivo di esprimersi anche in un talento specifico (per ora matematica e fisica).
Come afferma infatti la prof.ssa Zanetti “è giusto sostenere a scuola le fragilità, ma è altrettanto importante anche promuovere le potenzialità”.
Il progetto vede coinvolto il laboratorio di ricerca e sviluppo del potenziale, talento e plusdotazione dell’Università di Pavia e offre agli studenti delle scuole superiori, non solo episodiche gare, ma “alte proposte formative gestite in continuità tra il mondo universitario e quello scolastico”.
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