Oggi intervistiamo Rachele Taroni.
L’intervista. (Parte I)
1. Tutti i bambini sognano di andare a cavallo. A che età è bene far avvicinare i bambini a questo mondo?
Domanda “delicata”, ma lecita. In realtà nessuno ha imposto un limite di età per questo tipo di attività sportiva. Indicativamente si può iniziare dai 4 anni in poi all’interno di strutture idonee, quali i centri ippici, con personale qualificato e professionale, con pony/cavalli ben addestrati e abituati al lavoro da scuola (e qui non entro nei dettagli perché rischierei di uscire dal contesto della domanda, il discorso sarebbe molto articolato e da approfondire a livello tecnico). C’è chi mette i bambini in sella ai mini pony a 3 anni, però, un po’ a seguito dei miei studi liceali, un po’ con l’esperienza fatta a diretto contatto sia con bambini sia con cavalli, credo di poter esprimere un mio parere negativo in merito perché a 3 anni i bambini non sono ancora pronti a livello psicofisico.
All’età di 4 anni si vede già un cambiamento, sia fisico sia mentale, dei bambini, ma io per come sono abituata ad operare, tendo ad essere “selettiva” di fronte a questa fascia d’età, nel senso che ho piacere di conoscere prima il/la bambino/a interessato/a e valutare insieme ai genitori se è il caso o meno di incominciare l’approccio con le lezioni di equitazione. Intendiamoci, non voglio passare per “razzista”, però mi è capitato con diversi bimbi che a 4 anni fossero fisicamente più sviluppati rispetto ai coetanei e dimostrassero anche due anni in più, oppure bambini di 7 anni che invece fossero più indietro con lo sviluppo e ne dimostrassero due in meno. Diventa molto soggettiva la decisione, almeno per quel che mi riguarda. Non sono la classica istruttrice a cui piace fare numero pur di guadagnarmi la lezione in più in una giornata (come purtroppo succede nella maggior parte dei maneggi), mi reputo una persona molto attenta e scrupolosa (forse troppo, dipende dai punti di vista) specie se si parla di bambini, perciò preferisco dire di no ai genitori piuttosto che rischiare.
Quando si monta a cavallo, si inizia ad utilizzare muscoli che normalmente non vengono mai sfruttati (nemmeno in palestra con esercizi mirati), si subiscono molte sollecitazioni, in particolar modo alla schiena, che possono giovare o compromettere (dipende sempre dai singoli casi) lo sviluppo delle articolazioni, le quali, proprio nei bambini, sono in piena crescita; questi fattori spesso vengono sottovalutati e non bisogna prendere questo sport superficialmente perché lo si vede come “un nuovo gioco” per i propri figli, dato che si ha a che fare con un animale. Ad ogni modo, mi sto dilungando, a questo punto concludo rispondendo che io tendenzialmente preferisco iniziare con le lezioni di equitazione dai 5 anni in poi, facendo una media con gli “standard” sopra citati.
2. Che benefici trae il bambino dal rapporto con il cavallo a livello educativo?
A livello educativo, in primis, l’allievo imparerà cos’è l’autocontrollo, la disciplina, il rispetto verso se stesso e verso gli altri (il cavallo), l’ordine, la rettitudine, l’umiltà, la sportività, la consapevolezza e riceverà una sostanziale dose di autostima, oltre a favorire lo sviluppo cognitivo (ma questo è un argomento da approfondire in altra sede). Questi direi che, molto sintenticamente, sono i princpali benefici.
3. Che benefici fisici dà al bambino l’equitazione come sport?
A livello fisico, gli allievi miglioreranno notevolmente la coordinazione, la sensibilità, il controllo del proprio corpo e dei movimenti, impareranno a controllare la respirazione (diaframmatica) e, di conseguenza, anche i battiti cardiaci. Miglioreranno la postura (fondamentale in equitazione) e l’elasticità. Lo sviluppo muscolare sarà graduale ma notevole in tutto il corpo, in particolare i muscoli maggiormente interessati sono gli adduttori (interno coscia), glutei, quadricipiti, addominali, lombari, tricipiti, trapezi e anche tutti i piccoli muscoli delle mani.
Ci tengo a sottolineare che i benefici sopra elencati non sono solo per i bambini, ma anche per gli adulti…
4. Come è organizzata solitamente una prima lezione di equitazione?
A me piace partire dalle basi, ovvero dall’avvicinamento da terra. L’allievo (indipendentemente che sia bambino o adulto) ha come primo approccio con il cavallo/pony la toelettatura del cavallo, ovvero dovrà imparare a spazzolarlo e pulirlo, in questo modo prenderà totale confidenza con l’animale. A seguire gli verrà spiegato come vestire il cavallo, ovvero mettergli la sella e le varie bardature che gli serviranno per poi cavalcarlo.
Ultimata questa prima fase, seguiranno l’indossare le protezioni personali e l’accompagnamento fuori dalle stalle per arrivare in campo (che sostanzialmente è lo stesso gesto di portare fuori il cane al guinzaglio, ma chiaramente cambiano le proporzioni), uno dei momenti più cruciali della prima lezione, specie per i bambini che tendenzialmente si potrebbero impaurire nel condurre il cavallo fuori “da soli” o farsi prendere dalla soggezione, ma è tutto calcolato e regolare.
Arrivati in campo, è il momento di salire in sella e anche qui gli viene esplicato come comportarsi e cosa fare ogni volta. Una volta montati sul cavallo, si spiega l’assetto e la postura da mantenere, come utilizzare le redini, i comandi vocali e i vari movimenti da eseguire. Fatto ciò, si parte con il cavallo tenuto sotto mio controllo da centro campo con una corda e facendolo passeggiare in circolo attorno a me. Di qui in avanti l’allievo impara in primis a far partire e fermare il cavallo, farlo girare a destra o a sinistra e così via… infine gli verranno proposti alcuni esercizi di equilibrio e di ginnastica, prima con il cavallo fermo, poi durante l’andatura. Tutto questo fatto in progressione, con lo scopo di far raggiungere all’allievo un livello autonomia tale da poter preparare e gestire il cavallo senza l’aiuto diretto dell’istruttore. Ci tengo a sottolineare che sono cose che richiedono molto tempo e variano in base ad ogni singolo soggetto, c’è chi ci impiegherà più lezioni e chi meno.
Questa è come intendo io una lezione di equitazione (di base) con l’intento di trasmettere la cultura per il cavallo e non solo l’andare a cavallo, poi i metodi possono variare perché negli anni ciascun istruttore assume il proprio stile, ma amo distinguere le mie lezioni da quelle invece “classiche” della maggioranza dei maneggi, dove si tende purtroppo a fare numero mettendoti subito sopra la schiena del cavallo, puntare l’orologio e farti scendere, senza far capire tutto quello che in realtà c’è dietro prima e dopo.
5. Quale attrezzatura specifica è importante avere per la sicurezza del/la bambino/a?
Domanda perfetta, forse la più importante. Le protezioni e la varia attrezzatura specifiche sono fondamentali e imprescindibili! Ho proprio scritto da poco un breve articolo a tal proposito sulla mia pagina Facebook… CASCO o CAP, è assolutamente e tassativamente obbligatorio indossare il casco durante le attività equestri ed è compito degli istruttori che operano all’interno dei maneggi far rispettare queste regole per la loro salute ed incolumità. Esso consente di garantire sicurezza ed una protezione adeguata per la testa del cavaliere/amazzone, deve essere omologato e, ovviamente, essere della taglia giusta. CORPETTO/PARA SCHIENA, non è obbligatorio eccetto durante i concorsi (anche se le normative a riguardo continuano a variare), però è sempre più diffuso anche tra i professionisti. Tale gilet consente, in caso di caduta, di proteggere la colonna vertebrale, la cassa toracica e i fianchi ammortizzando gli eventuali urti. Anche questo deve essere della giusta misura e conforme alla normativa europea in vigore. Ad ogni modo, io personalmente considero anche questo obbligatorio! Segue poi un ABBIGLIAMENTO adatto, quale: appositi pantaloni rinforzati ed elasticizzati, stivali o stivaletti abbinati alle ghette, calzettoni lunghi ed un paio di guanti. Chiaro che ci sono dei costi iniziali, ma la sicurezza è un argomento che mi sta particolarmente a cuore specie quando si tratta di bambini e credo che se si fa un investimento economico sulla salute dei propri figli, non sono mai soldi sprecati. Non pretendo che il primo giorno l’allievo/a si presenti con tutta la bardatura completa, ma casco e pettorina sono davvero necessari.