Perché scegliere gli Scout per i vostri bambini – Intervista a Luciana Brentegani

Perché scegliere gli Scout per i vostri bambini – Intervista a Luciana Brentegani

Se non siete stati scout e vi piacerebbe saperne di più, ecco qualche informazione utile per scoprire qualcosa su questa esperienza di vita per i vostri bambini. Intervistiamo Luciana Brentegani, da sempre nel mondo dello scoutismo.

L’intervista

1. Cominciamo dalla domanda più banale: che cos’é lo scautismo?

In realtà sarebbe più facile spiegare lo scautismo vivendo una giornata insieme all’aria aperta, anziché scriverne. In ogni caso, lo scautismo è un metodo educativo di tipo esperienziale, nato in Inghilterra agli inizi del ‘900 e diffuso in tutto il mondo. Baden-Powell (1957-1941), il fondatore, direbbe che “Lo scautismo è un gioco per ragazzi, diretto dai ragazzi, in cui fratelli maggiori possono dare ai loro fratelli più giovani un ambiente sereno, e possono incoraggiarli ad attività sane che li aiuteranno a sviluppare il loro civismo. Lo scautismo si occupa dell’individuo, non della massa, e coltiva sia le doti intellettuali, sia quelle puramente fisiche e morali”.

 

2. Negli scout sono compresi i bambini, i ragazzi e i giovani adulti: come sono suddivise le fasce d’età?

La proposta scout inizia a otto anni. Una prima proposta è rivolta ai bambini e alle bambine dagli 8 anni fino agli 11/12 anni; poi ai ragazzi dagli 11/12 anni ai 16; infine ai giovani dai 16 ai 20/21 anni. Dopodiché, si può proseguire nello scautismo come educatori.

Il suggerimento è di iniziare, quando sia possibile, fin da bambini. Ma nulla vieta di avvicinarsi allo scautismo in altre età. 

 

3. Quali sono le vostre attività? Cosa fanno gli scout in pratica?

L’ambiente tipico dello scautismo è l’aria aperta, che diventa luogo di scoperta, di acquisizione di competenze e di responsabilità, in modo adeguato alle fasce d’età.

Lo stile con il quale si svolgono le attività è quello dell’imparare facendo, sperimentare in prima persona. Nello scautismo, infatti, come in tutti i metodi educativi, i bambini, ragazzi o giovani sono i veri protagonisti, non semplici fruitori di cose pensate o organizzate da altri, ma chiamati a essere parte attiva della loro crescita, sperimentando, acquisendo autonomia e assumendo graduali responsabilità.

Così, solo a titolo di esempio, vivere una giornata nel bosco insegna a saper osservare e ad avere rispetto delle meraviglie della natura, ma anche ad avere nello zaino tutto ciò che può servire, acquisendo autonomia; camminare in montagna richiede preparazione, insegna a sapersi orientare, ad affrontare gli imprevisti, ad aiutare chi è in difficoltà, a collaborare.

Si tratta di attività molto concrete, giochi, avventure all’aperto, strada, comunità, esperienze di servizio, in cui ogni singolo bambino/ragazzo/giovane è diretto protagonista.


4.
Che cosa si può imparare dagli scout? Perché scegliere gli scout per i bambini?

Lo scopo dello scautismo è di permettere a bambini, ragazzi e giovani di diventare gradualmente dei buoni cittadini, persone che non pensano solo a se stesse, ma che riconoscono e hanno a cuore il valore dell’altro. Ciascuno è personalmente chiamato a fare la sua parte per “lasciare il mondo un po’ migliore di come l’ha trovato” (sempre Baden-Powell), una meta forse ambiziosa ma che in realtà non richiede di essere perfetti, ma di impegnarsi a fare sempre del proprio meglio in ogni ambito, secondo le proprie specificità.

Per raggiungere questo scopo, il metodo scout si basa su quattro punti rispetto ai quali ogni bambino, ragazzo o giovane progredisce nel tempo: carattere (essere persone solide, equilibrate, aver fiducia in sé, senso di responsabilità), abilità manuale (competenza, spirito creativo, controllo delle proprie energie), salute e forza fisica (responsabilità nei confronti di se stessi, assumere buone abitudini, autonomia) e servizio del prossimo (altruismo, senso del dovere civico, appartenenza, spirito di servizio).

E infatti, il motto degli scout è “Sii preparato”, un invito a essere pronti in spirito e corpo per poter fare del proprio meglio nel servire il prossimo.

Ovviamente si tratta di ambiti ben chiari all’educatore, che sono sottesi alle attività che si svolgono.

In sostanza, è una proposta di vita sana che coinvolge tutta la persona nei suoi vari aspetti in un ambiente educativo gioioso e stimolante: credo sia questo il motivo per cui un genitore può essere spinto a proporre lo scautismo ai propri figli. Poi ovviamente saranno i figli a scegliere se proseguire.

 

 

5. Qual è il vostro rapporto con la religione? Esistono associazioni Scout laiche?

La spiritualità fa parte della proposta scout, in qualunque associazione, e si esprime attraverso attività capaci di suscitare capacità contemplativa, amore per la natura, ricerca di una felicità che si lega a quella degli altri, scoperta di un senso da dare alla propria vita.

A livello nazionale, l’associazione più numerosa è quella cattolica, l’Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), riunita in federazione con il Cngei (Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani), che ha come fondamento la laicità.

È attiva anche l’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici (della Federazione dello Scautismo Europeo – FSE).

Esistono anche molte altre associazioni più piccole, diffuse localmente.

6. Sono possibili le attività scout in tempo di pandemia?

Con la pandemia, lo scautismo non si è fermato. Nel periodo in cui vigeva il divieto di incontro, si sono fermate necessariamente le attività in presenza (salvo quelle di aiuto al prossimo, per i più grandi), ma si è messa in campo tutta la creatività possibile per mantenere contatti e proposte in ogni fascia di età.

La specificità della vita all’aria aperta ha poi facilitato la ripresa delle attività in presenza, nel rispetto dei protocolli per l’educazione non formale.

7. Come hai deciso di diventare scout? È una scelta impegnativa?

Ho iniziato le attività scout a dieci anni. Prima di me, avevano iniziato i miei fratelli. La proposta è partita dai miei genitori, grazie all’esperienza scout di mio padre. L’esperienza è stata fin da subito così coinvolgente da trasformarsi in una scelta anche negli anni successivi.

Si tratta senz’altro di una scelta che richiede impegno, come in realtà tutte le scelte. Ma forse, più che di impegno, si tratta di costanza e coinvolgimento che diventano partecipazione appassionata e attiva.

 

8. È vero che si è scout per sempre?

Il motto indica semel scout, semper scout (una volta scout, per sempre scout) ed è davvero così. Si acquisisce un approccio alla vita che lascia il segno, anche quando non si è attivamente coinvolti in attività scout.

 

Presentazione e contatti Scout

Luciana Brentegani ha vissuto il percorso scout nell’associazione Agesci, dai dieci anni in poi. Nella stessa associazione ha svolto il ruolo di capo educatore e di formatore, ha prestato servizio a livello regionale e nazionale.

 

Per approfondire e individuare il gruppo scout più vicino

www.agesci.it – in home page, cartina Dove puoi trovarci

www.cngei.it – in home page, alla voce Contatti 

www.fse.it – in home page, alla voce Dove siamo

 


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