Essere donna nel 2021: dove la parità di genere è ancora utopia

Essere donna nel 2021: dove la parità di genere è ancora utopia

 

La donna ha dedicato, in media, 62 ore a settimana alla cura dei figli (rispetto alle 36 ore dell’uomo) e 23 ore a settimana ai lavori domestici (l’uomo 15 ore), come risulta dalla relazione 2021 della Commissione Europea, sulla parità di genere, le chiusure di questo ultimo anno hanno avuto forti ripercussioni sul lavoro di cura non retribuito e sull’equilibrio tra vita professionale e vita privata.

La donna non è mai abbastanza

La verità è che noi donne non siamo mai abbastanza. Cresciamo nell’idillio di un principe azzurro che venga a salvarci, e quando ci innamoriamo lo idealizziamo, pensando che sia perfetto semplicemente perché ha scelto noi, e se è evidente che ci sono delle problematiche, talvolta anche gravi, pensiamo “Tanto cambierà”, oppure peggio ancora: ”Lo farò cambiare io”.
È inevitabile con questi presupposti che prima o poi capiti il patatrac!
Ci accolliamo sulle spalle la casa, pensando che sia il nostro ruolo, cadendo nel pericolosissimo limbo della crocerossina, che ci porterà a una crisi profonda quando ci renderemo conto che invece non è giusto, la casa è di tutti, e tutti devono mandarla avanti.

 

La Giornata internazionale delle donne del 2021 ha parlato di parità di genere

Del resto viviamo in una società che dà per scontato che se c’è una pandemia e si chiudono le scuole, le mamme in qualche modo staranno a casa e penseranno a tenere i figli, a gestire la didattica a distanza di uno o più di uno di loro, a mandare avanti la casa, magari nel frattempo lavorando in smartworking.

Durante la giornata internazionale della donna del 2021, la Commissione ha pubblicato la sua relazione 2021 sulla parità di genere nell’UE, dalla quale emerge che: “la pandemia ha esacerbato le disparità esistenti tra donne e uomini in quasi tutti gli ambiti di vita, sia in Europa che nel resto del mondo, segnando un arretramento rispetto alle faticose conquiste del passato”. Cliccate qui per leggere l’articolo cha parla di questa relazione

Non c’è quindi così tanto da stupirci se non ci sentiamo mai adeguate nel nostro ruolo.
Perché noi dobbiamo esserci sempre, noi non possiamo stare male, noi non possiamo fermarci.
Dobbiamo essere ben tenute e ben curate, pur non avendo neanche il tempo di prenderci cura un minimo di noi.

E siamo anche le peggiori a giudicare, perché quando vediamo una mamma in difficoltà, sfatta, distrutta, spettinata, con qualche chilo in più, siamo le prime a criticarla, invece di sorriderle e chiederle se magari ha bisogno di aiuto, o semplicemente di bere un caffè insieme mentre si sfoga un pochino.
Se hai “solo” un figlio, due “però adesso basta” o “addirittura tre, te la sei cercata!”. Come fai sbagli.
E se non ne hai? È un peccato mortale! Ma magari non puoi averne, o ne hai persi, uno, due, o, caspita, semplicemente non ne vuoi, in ogni caso non va bene, non sarai mai abbastanza e sarai sempre giudicata, qualsiasi scelta farai.
 

Basterebbe poco per stare tutti meglio

Eppure basterebbe poco. Un sorriso in più, una mezzora al giorno solo per noi, una collaborazione di tutti in casa, ognuno fa qualcosa, tutti si curano delle proprie cose senza farle necessariamente pesare agli altri. Parola d’ordine: indipendenza.
Io sono incredibilmente fortunata, ma conosco troppe famiglie dove tutto ruota solo e soltanto sulle spalle della donna.
Credo che questo mio pensiero sia cresciuto soprattutto in un anno assurdo come questo, dove siamo chiusi in casa, senza frequentare nessuno, in questa sorta di limbo nell’attesa di tornare alla normalità.

Io non mi arrendo


Ho deciso però che non mi arrendo, perché la vita per noi donne è più difficile in tutto, e se riesco ad alzarmi e a sorridere nonostante tutto questo, beh, allora significa che niente e nessuno potrà mai fermarmi.
Ci saranno giorni in cui mi dedicherò alla cucina e preparerò manicaretti perfetti degni di una casalinga degli anni ‘60, con la piega perfetta e il grembiule ricamato, altri in cui non farò assolutamente nulla e mangeremo tutti in macchina passando al McDrive in pigiama.
Ci saranno giorni in cui metterò davanti me e le mie esigenze, senza per questo dover giustificarmi o sentirmi in colpa, e altri in cui farò la mamma a tempo pieno.
Credo nel giusto compromesso, nelle cose, nelle relazioni e nella vita, cercate il vostro e forse vivremo tutti un po’ meglio.


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