Le manovre cardiache pediatriche:salvare una vita è una cosa meravigliosa!

manovre cardiache pediatriche

Con BLSD si intende l’insieme delle manovre cardiache pediatriche. Sono da attuare tempestivamente in caso di arresto cardiaco. Sono manovre cardiache adatte per intervenire anche sui bambini. Oggi ne parliamo con Anna Volpiana, istruttrice BLSD e di primo soccorso pediatrico.

L’intervista

1) BLSD o manovre cardiache, cosa si intende?

BLSD è l’acronimo di Basic Life Support and Defibrillation ovvero “sostegno delle funzioni vitali di base e uso del defibrillatore semiautomatico esterno”.
Sono delle manovre da attuare tempestivamente in caso di arresto cardiaco.
In Italia la morte cardiaca colpisce una persona ogni 8 minuti e 45 secondi.
Riconoscere un arresto cardiaco, chiamare immediatamente il Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica, eseguire una RCP (rianimazione cardiopolmonare) di elevata qualità salva il 75% delle persone colpite da arresto cardiaco: 3 persone su 4!

2) Sono manovre adatte anche per intervenire su bambini e lattanti?

Certo.  Il corso per diventare operatore nelle manovre cardiache ha 3 moduli: lattante (0-1 anno), bambino (1 anno-pubertà) e adulto.
Si imparano le differenze sia nella rianimazione cardiaca che nell’uso del defibrillatore dovute alle diverse dimensioni, diverso peso e differenze anatomiche e fisiologiche che ci sono tra un bambino piccolo che pesa 5 kg e un adulto che pesa 70 kg.

3) Chi può partecipare ai corsi BLSD? Li consiglia?

Qualunque persona abbia almeno 16 anni di età può partecipare ai corsi di manovre cardiache.
Il corso di formazione base dura 5 ore e vede i discenti in un continuo susseguirsi di lezioni frontali ed esercitazioni pratiche volte a far apprendere le specifiche skills in materia di rianimazione cardiopolmonare e utilizzo del DAE (defibrillatore semiautomatico esterno).
Questo metodo si chiama “pratica guardando il video” e il corso della società Physiodocet di cui sono istruttore è l’unico corso in Italia certificato con videoguida.
Superato l’esame finale composto sia da un test scritto sia da simulazioni con manichini computerizzati si ottiene il certificato di abilitazione alla rianimazione cardiopolmonare su un adulto (e su bambino e lattante se il discente ha partecipato ai relativi moduli) con l’utilizzo del defibrillatore.
Alla fine del corso i discenti vengono istruiti sulle manovre di disostruzione su lattante, bambino e adulto.
Come vi dicevo rispondendo alla prima domanda, una rianimazione cardiaca tempestiva ha un’alta percentuale di riuscita nel salvare la vita della persona colpita. Viene quindi spontaneo dire a tutti che è importantissimo fare un corso di manovre cardiache e ripeterlo ogni 2 anni.
Usiamo spesso il nostro tempo e i nostri soldi per cose futili, spendere 5 ore per imparare a salvare una vita penso sia una cosa meravigliosa.

4) Se il bambino perde coscienza cosa di solito è importante fare?

Prima di intervenire con le manovre cardiache va verificato che la persona abbia una reale perdita di coscienza.
Va quindi chiamato e scosso leggermente dalle spalle. Se ancora risulta incosciente si chiama subito il 118/112 (numero unico per le emergenze nel territorio regionale) e si valuta per 5-10 secondi il respiro.
In caso il respiro sia presente la persona va messa in posizione laterale di sicurezza.
Se il respiro invece è assente si inizia immediatamente con le manovre cardiache. Siamo di fronte ad un arresto con mancanza di coscienza e mancanza di respiro. A questo punto si chiede agli astanti di portarci un DAE.
Con le linee guida ad interim per il Covid le manovre di rianimazione per la sicurezza di entrambi hanno subito delle leggere modifiche quindi andrebbe rifatto il corso (per esempio le ventilazioni che sono importantissime ora col Covid si fanno solo ad un convivente).

5) Durante l’estate quali sono i rischi maggiori che ha riscontrato nella sua esperienza con i bambini?

Senza dubbio in estate il pericolo più grande è il rischio di annegamento. I bambini perdono la vita anche in pochi centimetri di acqua. E’ importantissimo tenere sempre vicino a sè il bambino quando vi sono fonti d’acqua (mare, piscina, lago, in vasca da bagno, in montagna vicino a fontanelle ecc).
Importantissimo è anche conoscere le modalità dell’annegamento. Un bambino annega prono e non in piedi quindi non basta solo vigilarlo. Spesso se non si conoscono le nozioni base di primo soccorso pediatrico si rischia di non accorgersi di quanto stia succedendo.
I traumi restano la prima causa di morte in età pediatrica.  I genitori e i nonni vanno quindi formati sulle regole di prevenzione e al primo soccorso.
Un’ altra cosa fondamentale, a mio avviso, sono le manovre di disostruzione in caso di soffocamento. Queste le devono conoscere tutti come le manovre di rianimazione. Potrebbe ad esempio capitare di essere in piscina e di dover soccorrere il figlioletto della vicina di ombrellone perché si sta soffocando con un pezzo di pane.

Intervista revisionata da:
Dr Alessandro Mostarda medico di emergenza territoriale, Terni;
Anna Biasin infermiere emergenza territoriale Veneto, coordinatore Società di Formazione Physiodocet

 

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Presentazione del professionista

Nome e cognome: Anna Volpiana
Professione: è una formatrice
Presentazione: è Istruttore di Primo Soccorso Pediatrico e Aziendale, di BLSD Internazionale AHA e Formatore della Sicurezza nei luoghi di lavoro.
Ha conseguito i suoi studi presso il centro di formazione Physiodocet e collabora con loro e la relativa associazione Cardioamico

Per conoscere al meglio Anna e le sue attività vi rimandiamo:

alla sua pagina Facebook Anna Volpiana- Istruttore Primo Soccorso e BLSD 


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