Infanzia e movimento: l’importanza dello sport – 8 domande per crescere insieme

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sport e bambini

Oggi intervistiamo Stefania Accordini Fisioterapista.

L’intervista.

1. Iniziare uno sport è consigliato a partire dalle elementari. Perché non in età prescolare? Che tipo di attività sportive si possono fare prima dei 6 anni?

Le attività sportive si propongono ai bambini a partire dalle elementari ma il movimento è consigliato a qualsiasi età. Spesso alla scuola dell’infanzia i bambini sono già coinvolti in molte attività fino al pomeriggio, e sono “in movimento” tutto il giorno. Possono comunque essere coinvolti in un’ attività sportiva, purché questa sia divertente. Creare un approccio positivo allo sport è fondamentale per costruire una cultura del benessere che ci accompagni per tutta la vita, per contrastare le conseguenze legate alle tante ore di studio e alla vita sedentaria.

2. Dalle elementari in poi, come scegliere lo sport più congeniale a nostro figlio?

L’aspetto fondamentale è seguire l’istinto e le passioni dei bambini: lo scopo è fare movimento. In questa fase i bambini devono sviluppare tante competenze motorie che saranno fondamentali per sviluppare un buon sistema di movimento. In questo modo gli adulti di domani non soffriranno precocemente di dolori articolari e muscolari (soprattutto alla schiena e al collo!). Nel momento dello sviluppo, e in generale nella giovane età adulta possono emergere problematiche specifiche  della colonna che vanno accertate in modo specialistico. Queste possono farci propendere per un’attività piuttosto che per un’altra.

Per un bambino lo sport ideale è quello che lo stimola a mantenere l’impegno, quello peggiore è quello che gli fa passare la voglia di alzarsi dal divano dopo una mattinata di scuola.

3. Sport di squadra o sport individuale, quale preferire? Che vantaggi dà l’uno e quali l’altro?

Dal punto di vista dello sviluppo delle capacità motorie non fa differenza. Ogni sport sviluppa delle capacità diverse, ma in ogni caso offre molti stimoli fondamentali per insegnare al corpo a muoversi. A prescindere da questo aspetto, gli sport di squadra insegnano a stare in una dinamica di gruppo, a rispettare i compagni, a vincere e a perdere insieme. Uno sport individuale mette un bambino a confronto con sé stesso, con i propri meriti e i propri limiti. Alcuni bambini stanno bene da soli ma in squadra scoprono la gioia del condividere un obiettivo con gli altri, altri possono scoprire di avere delle capacità che gli permettono di affrontare una sfida solo con le proprie forze. Direi che la scelta va fatta soprattutto valutando e appoggiando le attitudini dei bambini, facendo sperimentare loro diverse attività.

4. Quante ore almeno devono essere dedicate allo sport settimanalmente? E al movimento in generale?

Non c’è una regola: va ricordato che i bambini hanno bisogno di sfogarsi, e che vivono metà della giornata dietro ai banchi di scuola, quindi il fatto di passare metà del pomeriggio a giocare è assolutamente positivo. Alcuni bambini non praticano uno sport settimanale ma giocano a calcio due ore ogni pomeriggio, l’importante è muoversi. Non dimentichiamo che essere seguiti da un preparatore competente permette di sperimentare lo sviluppo del movimento in modo attento e controllato, e di individuare eventuali problematiche da affrontare precocemente. In ogni caso un paio d’ore alla settimana di attività fisica oltre a quelle di educazione motoria che si fanno a scuola sono raccomandabili.

sport e bambini

5. Oltre allo sport, quanto è importante una vita “attiva” e non sedentaria? Come possiamo tenere attivi i bambini durante il giorno, anche quando non praticano sport? Cosa possiamo fargli fare?

Rendiamoci conto che molti bambini stanno seduti tutta la mattina, vanno e tornano da scuola in macchina, mangiano e poi si siedono sul divano a guardare i cartoni animati, fanno i compiti e poi.. avanza loro metà pomeriggio prima di sedersi a tavola per cena e sdraiarsi a letto. Dobbiamo prendere atto che i nostri bambini rischiano di vivere seduti e sdraiati. L’evoluzione ci ha reso perfetti per correre, cacciare, arrampicarci, nuotare.. Siamo fatti per muoverci. Non farlo condanna i nostri muscoli ad irrigidirsi, accorciarsi, a non funzionare bene. Nei momenti in cui non si fa un’attività sportiva è  sufficiente stare in giardino a giocare con gli amici o con il cane.. L’importante è non stare seduti molte ore di fila.

6. Iniziare già da bambini uno sport, in generale che benefici porta a livello fisico? Sia a breve che a lungo termine?

A livello fisico i benefici sono tantissimi: tanto per cominciare, prima parlavamo di competenze motorie. Lo sviluppo del controllo del movimento comincia da piccoli. Il nostro corpo apprende dai movimenti che facciamo, e muovendosi impara l’equilibrio, la coordinazione, la fluidità del gesto. Per esempio, i muscoli si sviluppano imparando a dare un buon sostegno alla colonna,o a dare resistenza alle gambe..  Quando non sperimentiamo queste cose, il nostro corpo non impara  a muoversi nel modo corretto, quindi si muove utilizzando tantissimi compensi. Con il tempo aumenta lo stress sulle articolazioni, si sovraccaricano i muscoli, e si finisce per soffrire fin dall’adolescenza di problematiche muscolari. Si rischia da adulti di soffrire di mal di schiena cronico. Questo può limitare l’attività fisica, generando un circolo vizioso che porta dalla sedentarietà al mal di schiena e vice versa.

Questa situazione si può risolvere anche da adulti, ma richiede un intervento specialistico e un lavoro preciso di riattivazione di quei sistemi di movimento sopiti. Perché non mettere i bambini nelle condizioni di svilupparli in modo spontaneo fin da piccoli, ed evitare loro di diventare adulti che soffrono di mal di schiena? Non dimentichiamo che in Italia il mal di schiena è la prima causa di malattia sopra il 45 anni! Il Dottor Dario Riva, Pediatra e Medico dello sport conosciuto a livello internazionale per i suoi studi, affronta l’argomento nel suo libro “Ghepardi da salotto” definendo la regressione delle capacità motorie come “un’epidemia che silenziosa si  diffonde nella popolazione occidentale che  invecchia”. Mi trova molto d’accordo.

Inoltre diversi studi recenti riportano che le persone che hanno fatto sport da bambini, da adulti  hanno un minor rischio di sviluppare alcune malattie cardio-vascolari e il diabete.

7. E dal punto di vista di crescita personale e culturale? Cosa imparano i bambini nella pratica di uno sport?

Non è propriamente l’aspetto di cui mi occupo, ma per esperienza personale ritengo che lo sport sia fondamentale nello sviluppo di una persona: insegna ad impegnarsi per raggiungere un obiettivo, a non temere la fatica, e a godere dei risultati positivi, oltre ad imparare da quelli negativi. Credo che insegni a rispettare un avversario indipendentemente dalla sconfitta o dalla vittoria, e che insegni a misurarsi con i propri punti di forza e con i propri limiti.

8. È riconosciuto come sia importante praticare sport a qualsiasi fascia di età. Che benefici apporta praticare uno sport dall’infanzia all’età adulta?

Fare sport in età scolare previene molte malattie e problematiche muscolo-scheletriche.

Praticare un’attività fisica, o diverse, per tutto l’arco della vita contribuisce a mantenere il nostro sistema muscolare forte, elastico e meno soggetto alle conseguenze di una vita sedentaria. Inoltre creare una cultura del movimento che dura fino all’età avanzata ha un notevole impatto sull’autonomia e sulla vita sociale dell’anziano: riduce il rischio cadute (e di fratture grazie ad una migliore mineralizzazione ossea), di decadimento cognitivo e di depressione. Inoltre induce addirittura una migliore reazione riparativa del cervello in caso di lesioni, come ad esempio un ictus. Insomma vale la pena considerare lo sport una priorità per vivere bene.

Il movimento produce così tanti benefici che il più grande regalo che possiamo fare ai nostri figli è farglielo amare fin da bambini.

Presentazione del professionista.

Nome e Cognome: Stefania Accordini

Professione: Fisioterapista

Laurea e/o altri attestati di interesse: Laurea triennale in Fisioterapia (2013); Laurea Magistrale in Scienza Riabilitative delle Professioni Sanitarie (2015)

Esperienze professionali di interesse: Libera Professionista da aprile 2014. Collaboratrice dell’Università degli Studi di Verona (attualmente)

Altro: specializzazioni → Metodo Neurac (attivazione Neuromuscolare), Manipolazione Fasciale.