Impariamo l’inglese – 5 domande per crescere insieme

impariamo l'inglese Oggi intervistiamo Martina Zanoni.

L’intervista.

1. A che età sono rivolti i tuoi corsi? I bambini sono suddivisi in base a fasce di età o capacità linguistiche? È importante che sappiano leggere e scrivere?

Il Progetto “Play & Learn” nasce dall’esigenza di fornire ai bambini di varie fasce d’età (dagli 0 ai 10 anni) un approccio divertente ed entusiasmante alla conoscenza della lingua inglese. Tramite la partecipazione a playgroups – gruppi di gioco – specificamente creati ed adattati alle esigenze del bambino a seconda della sua età e dei suoi interessi, i bimbi saranno infatti coinvolti in attività musicali, ludiche e didattiche che li guideranno alla scoperta della lingua inglese e li faranno appassionare ad essa.

I bimbi sono quindi effettivamente divisi per fasce d’età in modo che il potenziale linguistico possa essere sollecitato principalmente sotto forma di gioco ed attività artistica… non conta quindi, almeno per i primi anni d’età, la capacità linguistica raggiunta dal bambino ma la sua facoltà di inserirsi in un gruppo quanto più possibile omogeneo al quale rapportarsi nel gioco e nell’espressione multi-sensoriale.

Alla luce di ciò, il fatto che un bambino abbia acquisito le competenze per scrivere e leggere aggiunge solo nuove possibilità perché egli possa rapportarsi alla lingua straniera, ma non rappresenta assolutamente la conditio sine qua non perché l’apprendimento possa essere efficace.

2. Come si svolgono normalmente i tuoi corsi? Che durata hanno?

I playgroups Play & Learn hanno una durata di 45 minuti e si svolgono in modo da presentare la nuova lingua ai bambini in maniera divertente attraverso giochi, canzoni, balli, mimica, attività manuali, flashcards, worksheets… solo per citarne alcune.
Infatti, le attività Play & Learn sono concepite per stimolare principalmente la comunicazione e l’espressione emozionale del bambino, che deve sentirsi coinvolto, attivo nella partecipazione ed affascinato dai vari stimoli musicali e ludici proposti. Questi stimoli vengono elaborati e trasformati in abilità che aiutano il bambino a crescere nei quattro principali aspetti della vita: quello emotivo, fisico, sociale ed intellettuale. Ed è proprio in questo modo che l’apprendimento si fa duraturo ed efficace.

3. La domanda che molti genitori si chiedono: perché far fare un corso di inglese ad un bambino? È realmente utile?

La conoscenza delle lingue apre le menti, gli orizzonti, aumenta le possibilità di conoscere, di scoprire e di viaggiare. E, sicuramente, garantisce maggiori opportunità lavorative per il futuro.

Ma, se nella vita adulta l’apprendimento di una seconda lingua può risultare faticoso ed a volte frustrante, nei bambini invece è noto essere un processo molto più naturale e, se affrontato con i giusti mezzi, anche estremamente stimolante e divertente. E perché ciò è possibile? Perché il cervello dei bambini, anche a partire da pochi mesi d’età, è per sua natura estremamente plastico e volto all’assimilazione di stimoli diversi.
La cosiddetta “età precoce” dei bambini, che va dagli 0 agli 8 anni, è considerata un periodo davvero strabiliante nello sviluppo psico-motorio. Ed è proprio in questo periodo che una seconda lingua può essere assimilata con estrema facilità.

La scienza moderna infatti illustra come prima di questa età ogni lingua venga rappresentata nel cervello come la lingua madre, mentre le capacità di apprendimento calerebbero proporzionalmente all’avvicinarsi della pubertà. Se infatti nell’adulto l’apprendimento di una seconda lingua implica il coinvolgimento di un’area cerebrale diversa rispetto a quella attivata per la lingua madre, nel bambino viene “accesa” sempre la medesima area deputata alle funzioni cerebrali “automatizzate”, cioè quelle azioni che si compiono senza pensare. Ecco perché nei bambini la nuova lingua diventa naturale, mentre negli adulti le nuove informazioni linguistiche che vengono acquisite devono andare a “depositarsi” da qualche altra parte, rendendo necessario il processo di pensare prima nella propria lingua madre e poi tradurre nella seconda lingua, invece che pensare in modo automatico nella seconda lingua come farebbe un bambino.

E per quanto riguarda i bimbi ancora più piccoli che non hanno ancora cominciato ad esprimersi nella loro lingua madre? La ricerca indica come esporre precocemente i bambini ai suoni ed agli accenti della nuova lingua sia indispensabile perché essi riescano correttamente ad interiorizzarla e a diventare familiari coi suoni, mentre ciò diventa più difficile e macchinoso in un secondo tempo (dopo in genere i 18 anni).

Conoscendo questo segreto, è necessario stimolare i bambini in età precoce… Insomma, the sooner, the better!!

4. Quanto è rapido l’apprendimento di un bambino? Che miglioramenti osservi con il progredire delle lezioni?

Ogni lezione Play & Learn che svolgo è condotta interamente in lingua inglese, ed ha una diversa tematica ed un diverso Key Vocabulary Target,    ovvero un “bagaglio” di termini in inglese che il bambino imparerà a memorizzare ed utilizzare sia come parole singole che all’interno di un più articolato contesto discorsivo e narrativo.

In tal modo, lezione dopo lezione, è veramente strabiliante osservare come il bambino non solo comprenda quello che gli viene comunicato in lingua inglese, ma sia anche in grado di riproporlo in forma più o meno articolata a seconda ovviamente della sua età e del suo sviluppo. Ad esempio, i bambini più piccoli dopo poche lezioni sono in grado di seguire e ripetere piccole filastrocche e canzoncine mimate, i più grandi riescono a condurre brevi conversazioni di gruppo che si fanno via via sempre più complesse man mano che il loro bagaglio di conoscenze viene arricchito dall’esposizione alla lingua straniera.

5. I genitori a casa come possono aiutare i figli nell’apprendimento? Es canzoncine, cartoni in lingua, far ripete ecc…

Nell’insegnamento precoce delle lingue è sicuramente fondamentale la costanza ed un’esposizione giornaliera alla lingua stessa. Io consiglio sempre a tutti i genitori piccoli “trucchi” per far sì che l’inglese sia un bel gioco anche a casa: lettura di libri in lingua originale, ascolto di canzoni e nursery rhymes, ripetizione di chants e filastrocche, condurre qualche semplice gioco in scatola o di carte in lingua inglese e, last but not the least, far guardare i cartoni animati in lingua originale. Uso anche io questi “trucchetti” con i miei figli fin da quando sono nati e sono certa che costituiscano parte integrante delle conoscenze che fino ad oggi ho cercato di veicolare loro.

Ed un aspetto fondamentale dei playgroups Play & Learn è che un po’ del metodo si “può portare anche a casa”: ad ogni famiglia verranno fornite le basi e gli strumenti, insieme a tanto altro materiale informativo, per poter continuare l’esposizione alla lingua inglese anche a casa con mamma e papà!


Presentazione del professionista.

Nome e CognomeMartina Zanoni

Professione: Insegnante – Libero professionista – Mamma

Laurea e/o altri attestati di interesse: Laurea magistrale in Biotecnologie Mediche – Dottorato di Ricerca in Biomedicina Traslazionale – TOEFL certificate – Kleines Deutsches SpraachDiplom Goethe Institut

Esperienze professionali di interesse: Molteplici esperienze formative all’estero, nel 2008 ho svolto attività di ricerca biomedica presso la University of Miami, dove ho potuto affinare la mia fluenza linguistica sia per quanto riguarda la lingua inglese che per quanto riguarda la lingua spagnola.

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