La recensione di “L’educazione emotiva”

Questo è sicuramente un libro che offre molte indicazioni sull’educazione emotiva, tratte dalla letteratura scientifica, valide per essere sostegno e non impedimento alla crescita dei bambini e ragazzi 

La recensione

educazione emotiva

L’educazione emotiva:

Come educare al meglio i nostri bambini grazie alle neuroscienze

di Alberto Pellai Ed. BUR Rizzoli 2018

L’autore.

Alberto Pellai è medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva. È autore di numerosi libri rivolti a genitori, bambini , adolescenti e insegnanti.

Questo libro nasce a partire dalle domande che gli sono state poste nella rubrica settimanale di Famiglia Cristiana “Essere Genitori”; l’autore non solo risponde a tali quesiti posti dai genitori ma in questo libro fornisce anche i riferimenti teorici e gli studi scientifici ai quali guardare e approfondire eventualmente.

La struttura del testo

Il libro supera di pochissimo le 200 pagine ed è suddiviso in 2 parti:

la prima è intitolata “educazione emotiva” (con una piccola guida sulle emozioni fondamentali e su come regolarle) e la seconda parte è “perchè i bambini ci sfidano sfidano

La nostra opinione

Un concetto a mio parere rilevante è quello che i Genitori e in generale gli Adulti si concepiscano come Allenatori Emotivi dei bambini e ragazzi.

Offrire competenza emotiva e disponibilità a un bambino dai primi momenti della sua vita significa investire sul suo successo evolutivo; aumentare la sua alfabetizzazione emotiva lo può aiutare a non gestire le emozioni con paura o a sentirsi in balìa di queste.

Essere dei bravi genitori, scrive l’autore, implica aver rielaborato la propria storia passata come figli ; solo così il passato può essere una ricchezza alla quale attingere per compiere le proprie funzioni come genitori nel presente.

Nei capitoli successivi il dottor Pellai affronta una per una le emozioni primarie (rabbia, tristezza, gioia, disgusto, paura) dalle quali derivano quelle secondarie (ansia, timore, terrore, angoscia, irritazione, desolazione) fornendo per ciascuna una strategia di fronteggiamento positivo;

Il bambino nei primi due anni di vita non ha ancora parole per definire le proprie emozioni e proprio per questo è l’adulto a fornire il significato a ciò che sente; quindi il genitore con i propri gesti, con ciò che fa (e non fa) e quello che dice getta la prima bozza di come il bambino a sua volta si attiverà di fronte alle emozioni. Questa funzione è chiamata modeling e permette al bambino di apprendere all’interno della relazione con mamma e papà le modalità di gestione delle proprie emozioni.

Altri capitoli interessanti sono stati dedicati alle sfide evolutive e educative che si affrontano normalmente durante la crescita del bambino a partire dai due anni e l’autore per ogni sfida educativa propone alcune situazioni problematiche esemplari a cui allega utili suggerimenti di risoluzione.

Tra le problematiche affrontate a cui si associano sfide educative specifiche vi sono dai capricci al supermercato alla paura del buio, dal rispetto delle regole all’ arrivo di un fratellino, dalla gestione del momento dei pasti alla gestione dello smartphone/videogiochi/altri strumenti multimediali.

Una frase scelta per voi:

“Esiste un detto che afferma che un bambino impara ciò che vede e ciò che vive…i bambini sentono quello che i loro genitori sentono, dove il verbo sentire è declinato in un’accezione di grande pregnanza e significato in riferimento al contesto educativo: l’accezione che appartiene all’educazione emotiva”


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