Il parto. Visto da noi

Oggi vogliamo parlarvi insieme, Paola e Sara, raccontarvi com’è stato per noi il parto, farvi conoscere un pezzo importante della nostra vita.


Il parto? Un male che si dimentica

“Il dolore del parto si dimentica col tempo…” Chi non se l’è sentito dire almeno una volta? Magari anche durante il parto stesso, fra i dolori più atroci, urli e pianti. Possiamo confermarvelo è sostanzialmente così. 

Una prima fondamentale considerazione: parti naturali, parti cesarei, epidurale, punti e chi più ne ha più ne metta; ognuna di noi ha avuto la sua esperienza, tutte importanti, tutte diverse, nessuna rende più mamma o meno mamma. Pare scontato come ragionamento… ma spesso abbiamo scoperto non essere così. 

Alcuni consigli pratici prima del parto

Volevamo innanzitutto condividere con voi i due principali consigli ricevuti, che per noi sono stati fondamentali. Fatene tesoro:  

1. Scegli la struttura dove più ti senti a tuo agio. C’è l’imbarazzo della scelta; chi partorisce a casa, chi vuole il policlinico principale della propria città. Paola: ho scelto la clinica vicino ai miei, comoda, mio riferimento per qualsiasi visita o esame, abbastanza piccola (non c’è una terapia intensiva neonatale ma mi hanno rassicurata che nel caso il trasporto all’ospedale strutturato più vicino, non sarebbe stato un problema). Era la mia scelta ideale, a casa non mi sarei sentita tranquilla, in un mega ospedale nemmeno. Sara: ho scelto la stessa struttura, anche se non vicina a dove vivo, perché preferivo sentirmi accolta in un ambiente più piccolo che mi avrebbe fatta sentire meno un “numero” e più una “persona”. Un consiglio prezioso. Potete anche sentire pareri di amiche e conoscenti ma sappiate che per qualsiasi scelta ci sarà SEMPRE chi si è trovata bene e chi no. 

2. Non fissarsi su come si vuole vada il parto. Fissarsi vuol dire essere poco elastici ai cambiamenti, vuol dire risentirne per qualsiasi cosa perché “non doveva andare cosi”. Con crisi al seguito. I parti sono TUTTI diversi; per carità, possiamo programmare grossomodo quello che vorremmo fare, ma poi è al momento che si decide. Serve il cesareo? Pace e amen che avevi sognato il naturale, cesareo sia. Volevi farlo nella vasca? È occupata! Pazienza, proviamo lo sgabello… E così via. Rilassatevi e fatevi consigliare. 


L’esperienza di parto di Paola

Paola – Io ho fatto tre parti, grazie a Dio, andati tutti bene. Parti naturali, senza epidurale, senza punti. Sono stata fortunata. Ho anche trovato sempre ostetriche splendide: sia prima del parto, che mi hanno spiegato l’importanza della preparazione del pavimento pelvico, sia al momento del parto stesso. Trovare ottime professioniste e splendide persone è fondamentale. 

Mio primo parto. Dolori iniziati una sera, vado a farmi vedere. I dolori non sono abbastanza forti lo capirai quando sono quelli”, mi disse l’ostetrica di turno. Quanto è vero. Fatto sta che nel rivestirmi rompo il sacco. Da lì dolori a palla… AIUTOOOO… dopo un’ora e mezza (mi dicono dopo due controllo) intimo a mio marito tu li chiami e mi fai fare l’epidurale!” (N.B. a pagamento). Nulla da fare, già dilatata a 9 cm, troppo tardi. Sala parto. Un’oretta e mezza di spinte su uno sgabello. Alle 3.05 nasce Chiara. Dolori passati, finiti, solo gioia, tanta gioia. Infinita gioia. Lei stava bene. Io stavo bene. Che chiedere di più. 

Secondo parto. Dolori iniziati di mattina, un po’ sopportati perché ormai sai cosa ti aspetti. Decidiamo di andare in ospedale. In tre ore nasce la mia piccola Giulia, alle 9 di mattina. Parto sul classico lettino. Piccola cicciottella ma nessuna lacerazione. Ecco, con lei ho imparato cosa sono i crampi uterini, che maleeee… Gioia immensa vederla nascere ma forse, ciò che mi ha emozionato di più, è stato l’arrivo di Chiara per vedere la sorellina. Non sono riuscita a trattenere la commozione. AMORE INFINITO! 

Per la cronaca con entrambe avrei voluto farlo in acqua il parto ma tamponi positivi. Niente. Pazienza. Anche con la terza l’avevo pensato ma vasca occupata. Ok non era destino. 

Infine il terzo parto: Sara, nata alle 19 circa. Entrata con dolori forti, dilatazione lenta ma tre spinte, e dico tre spinte, fuori. Il ginecologo presente (per problemi nelle altre sale) da manuale” mi dice. La gioia di avere le tre mie piccine? Non si può descrivere. Nessun termine lo può rendere.  


L’esperienza di parto di Sara

Sara – Tutto inizia di sera: sto dormendo, alle 23 mi sveglio in preda a forti dolori. Ho rotto il sacco! Io emozionata oltre misura, tremo, mio marito bravissimo ad aiutarmi a gestire l’emozione, anche se pure lui non sta nella pelle! Arriviamo in ospedale, al controllo risulto solo pervia a un dito. I dolori si fanno velocemente ravvicinati, ogni 4 minuti. Mi consigliano la doccia, ci resto 40 minuti, i dolori sempre più difficili da sopportare, mi ricontrollano dopo due ore e sono dilatata 2 centimetri (“E basta???).

Dopo un’altra ora non resisto più, sono a 4 centimetri, mi portano in sala parto. Le tre sale sono vuote (“Che fortuna!”), scelgo quindi quella con la vasca visto che desideravo fortemente partorire in acqua. Peccato che resisto pochissimo… L’acqua calda, io leggermente in iperventilazione, decido di uscire per le troppe vertigini.

Passo un paio d’ore di travaglio sul lettino, dolori oltre ogni umana sopportazione, mi aiuto con il gas che però è sostanzialmente un palliativo, chiedo a gran voce l’epidurale, la imploro, penso e urlo “possibile che nel 2016 non si possa partorire senza soffrire così???”, mi dicono di no, sono a 6 centimetri ed è troppo tardi… Per le spinte scelgo lo sgabello e dopo circa 45 minuti nasce alle 7.01 la nostra piccola Maia! Nonostante due giri di cordone ombelicale attorno al collo sta benissimo! E tutto il dolore delle ore precedenti è magicamente svanito! 

Perdo molto sangue e mi danno i punti per una lacerazione di II grado (mi ero preparata il pavimento pelvico ma può capitare lo stesso), ma tutto sommato è andata bene, ho la mia piccolina fra le mie braccia e questa è l’unica cosa che conta! Mio marito mi è rimasto accanto tutto il tempo, ha provato l’emozione di tagliare il cordone ombelicale e di prendere in braccio per primo nostra figlia! Inutile parlare delle emozioni, sono indescrivibili!!! 


Perché il dolore si dimentica?

Torniamo all’inizio. Perché vi abbiamo detto che sostanzialmente il dolore si dimentica? Perché è così. Sì, lo sai che hai sofferto, tanto, tantissimo, ma quanto? È passato tanto tempo mah… poi ti ricordi solo che è nato/a tuo/a figlio/a, la tua vita, e capisci che ne è assolutamente valsa la pena.  

Al secondo e al terzo parto Paola ha pensato non mi ricordavo facesse così male, non ne posso più, io non ce la faccio”. Davvero non lo si ricorda più. Davvero in qualche modo lo si dimentica.  

Ovviamente parliamo di parti andati bene, senza grosse complicanze. I nostri per fortuna sono stati così. E i vostri? Pronte al prossimo, se ci sarà?


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